Salta al contenuto

Centro per l’autonomia domestica c.a.a.d. - logo del CAAD

 
Tu sei qui: Home arrow Contesto politiche sociali

Il contesto delle politiche sociali

Qui di seguito un estratto di quanto contenuto nel  Piano Integrato Sociale Regionale 2007-2010 

 

…7.7. Sostegno all’autonomia delle persone anziane  

Alla luce dell’avanzato processo di invecchiamento della popolazione, le politiche regionali di assistenza verso le persone anziane devono affrontare, con respiro strategico, il tema del miglioramento complessivo dello stato di salute della popolazione anziana. Le politiche regionali saranno ispirate al richiamo dell’OMS sui determinanti della salute, intervenendo su tutte le aree tematiche che offrono opportunità e risoluzione di problemi vitali per le persone anziane.

 

7.7.1. Le politiche generali 

Le risposte di carattere prevalentemente sociale si integrano, nel PIS, con quelle a rilevanza socio-assistenziale e sanitaria operando con priorità nell’area della prevenzione della non autosufficienza.

In questo quadro, vengono assunti, in coerenza con gli obiettivi contenuti nel piano regionale di sviluppo, i seguenti impegni strategici:

-         sviluppo di azioni promozionali, informative e operative sugli “stili di vita”

-        prevenzione della fragilità con azioni coordinate e servizi di sorveglianza diffusi e pianificati

-        sviluppo di un sistema integrato dei servizi sociosanitari attraverso il Fondo per la non autosufficienza

Le aree di intervento.

Saranno particolarmente assicurate, attraverso azioni integrate coordinate a livello regionale, misure concrete sui singoli aspetti strategici:

a)     la fragilità: prevenzione e sorveglianza attiva. L’organizzazione dei servizi rivolti alla persona anziana “fragile” deve essere comunque ispirata ad una visione “positiva” della salute degli anziani, investendo in risorse e attenzioni per prevenire lo stato di non autosufficienza e permettere una vecchiaia serena nel proprio “ambiente di vita”.

b)     gli stili di vita: campagna promozionale e informativa. Le politiche sociali devono sviluppare e mettere in circolo tutte quelle opportunità che consentano di migliorare gli “stili di vita”, di assicurare una dimensione di inserimento e di partecipazione che preveda processi di promozione e di educazione alla salute e strategie complessive di governo.

-         attività motorie: a questo proposito la Regione Toscana si impegna a promuovere un programma di comunicazione per la diffusione della attività motoria per la persona anziana, estendendo il modello delle Attività motorie adattate e coinvolgendo i Comuni e le associazioni del volontariato nella diffusione della pratica motoria

-         alimentazione: costruzione di modelli educativi che orientino la “buona alimentazione” da parte della persona anziana, indipendentemente dalle emergenze climatiche

-         organizzazione tempo libero: rilevazione di tutti i presidi di socializzazione e aggregazione delle persone anziane in Toscana, e loro monitoraggio costante attraverso un tavolo aperto alle Associazioni coinvolte ed alle OO.SS

-         formazione permanente come strumento di prevenzione e contrasto dell’esclusione sociale, in raccordo con gli appositi programmi regionali;

c)      interventi connessi alle problematiche interenti la casa e la mobilità, in raccordo con gli appositi programmi regionali;

d)     lo sviluppo di servizi socio assistenziali a bassa soglia. Dovranno essere incentivati  gli interventi mirati a far emergere,  potenziare e integrare  i servizi presenti in un territorio con quelli offerti da parte di organismi ed associazioni,  in una logica di reciproco  coinvolgimento e supporto, attraverso:

-         vigilanza attiva e permanente su tutta la popolazione anziana, coordinando anche la rete  dei sistemi territoriali di telefonia sociale

-         tutela diffusa dell’anziano solo o in condizione di marginalità sociale

-         offerta di servizi a domicilio, anche con carattere di  temporaneità e socialità (fornitura di generi di prima necessità,spesa a domicilio, farmaci a domicilio,trasporto sociale,compagnia ecc.)

-         orientamento ed accompagnamento nei percorsi della rete dei servizi

-         accessibilità temporanea a centri diurni di assistenza e di socializzazione, a comunità alloggio e a alloggi protetti

e)      la telefonia : sviluppo e coordinamento per inserire nella rete dei servizi assistenziali tutti i sistemi territoriali di telefonia sociale a tutela del cittadino anziano

f)     un modello per i servizi sociali nelle aree rurali e nella montagna: si tratta di lavorare ad una programmazione  integrata con il territorio, attraverso una cabina di regia con ANCI, URPT e UNCEM per lo sviluppo dei servizi socio assistenziali nelle aree rurali anche coinvolgendo realtà produttive strutturate, come ad esempio il  nuovo soggetto dell’Agricoltura sociale a salvaguardia della specificità dei territori.

Obiettivi di periodo:

breve termine:

- attivare  l’archivio regionale della persona anziana fragile e degli anziani soli ai fini dell’attuazione degli interventi;

- avviare una ricognizione del sistema di aggregazione sociale diffuso in toscana;

- avviare una ricognizione sulle iniziative educative sugli stili di vita;

- individuare i criteri regionali integrati per la programmazione dell’offerta abitativa da alimentare con l’edilizia sociale;

- avviare un percorso di informazione e di concertazione territoriale per la progettazione locale nelle aree rurali e montane;  

medio-lungo termine:

- sperimentare modalità tecnicamente più avanzate per l’accertamento globale dei fattori determinanti la fragilità;

- promuovere azioni, anche sperimentali, per  la prevenzione della fragilità;

- supportare la gestione degli investimenti in campo sociale, con risorse destinate;

- identificare i servizi di bassa soglia ed i relativi standards;

- assicurare una programmazione integrata per la gestione dell’edilizia sociale;

Strumenti

- programma regionale per la promozione degli stili di vita;

- piano degli investimenti sociali;

- programma regionale integrato per l’educazione alla salute;

- programma regionale integrato di comunicazione sulla salute;

- linee programmatiche regionali integrate per l’edilizia sociale.  

 

7.7.2. Le politiche per la non autosufficienza

La rete dei servizi territoriali toscani, con riferimento al DPEF e con avvio nel 2008, si arricchirà, entro il 2010, del “sistema integrato dei servizi sociosanitari verso la persona non autosufficiente”, impiegando a tal fine un fondo integrato e mirato di risorse che riunifica e consolida quelle sociali (statali, regionali, comunali) e quelle sanitarie (regionali), incrementate dalla fiscalità generale. Gli strumenti della programmazione sociosanitaria toscana definiscono l’impianto del sistema integrato dei servizi sociosanitari verso la persona non autosufficiente, individuando alcuni strumenti e azioni fondamentali, che saranno oggetto di successivi atti normativi e gestionali:

- sottoscrizione di un patto istituzionale. E’ un patto pubblico che viene sottoscritto tra Regione ed Enti Locali; indica la scelta di un rapporto di cooperazione tra i diversi livelli istituzionali, nell’ambito delle rispettive competenze, con assunzione di responsabilità e di definizione delle risorse;

- riconoscimento del diritto del cittadino alla prestazione sociosanitaria integrata. Il fondo permette il rafforzamento del diritto di cittadinanza rendendo possibile il passaggio dal riconoscimento del “titolo alla prestazione, a quello del “diritto alla prestazione sociosanitaria integrata”;

- definizione dei livelli di risposta assistenziale da assicurare sulla base degli indici di gravità. I L.E.A. conferiscono al sistema dei servizi caratteristica di certezza (prestazione certa ed esigibile per chiunque si trovi in una determinata condizione di bisogno) e si caratterizzano come tipologia di offerta commisurata all’indice di gravità del bisogno, nell’ambito delle risorse rese disponibili;

- individuazione dei destinatari delle offerte integrate: i destinatari delle offerte integrate alimentate con il Fondo per la non autosufficienza sono tutte le persone non autosufficienti, le cui condizioni di bisogno, indipendentemente dall’età e dalla patologia di riferimento, accertate con modalità multidimensionali che tengono conto di difficoltà organico-funzionali, cognitivo-comportamentali e socio-relazionali-ambientali, presentano indici di gravità di fronte ai quali viene attivato il fondo;

- configurazione e articolazione della mappa delle offerte integrate coperte e sostenute dal fondo: le offerte assistenziali integrate sono articolate in quattro aree tipologiche, sulla base dei progetti personalizzati che prevedono offerte miste  nelle aree della residenzialità, della semiresidenzialità, della domiciliarità  anche attraverso forme di  assistenza indiretta e/o integrativa- accertamento per la compartecipazione economica della prestazione socio;

- sanitaria integrata: il diritto alla prestazione sociosanitaria integrata, garantita con criterio di universalità e con l’utilizzo di risorse sanitarie non inferiori a quelle attualmente impiegate, considerate sia complessivamente che a livello individuale, potrà essere accompagnato, per la parte restante, da un livello di compartecipazione disciplinato con la introduzione dell’ISEE e avuto riguardo alle risorse assegnate dal Fondo per la non autosufficienza.

Il sistema integrato dei servizi sociosanitari distrettuali si avvale del modello integrato di accesso già disegnato nelle grandi linee dalla del. 402/2004 della GRT intorno ad alcuni strumenti e requisiti fondamentali:

a) attivazione del PUA (punto unico di accesso distrettuale)

b) valutazione multidimensionale delle condizioni di bisogno

c) i protocolli della continuità assistenziale territorio-ospedale, territorio-medici di medicina generale, territorio-specialistica

d) quantificazione dei carichi assistenziali e la determinazione degli indici di gravità

e) articolazione dei pacchetti assistenziali

f) quantificazione delle risorse rese disponibili dal Fondo per la non autosufficienza.

Il quadro degli impegni nel versante della non autosufficienza prevede e conferma elementi di coerenza tra gli obiettivi della programmazione precedente ed alcuni obiettivi di sviluppo legati anche a percorsi di sperimentazione e di validazione in corso (cure domiciliari-modello assistenziale per le demenze).

Obiettivi di periodo: 

breve termine:

- rivedere, in previsione della attivazione del Fondo per la non autosufficienza, gli obiettivi della estensione dei servizi domiciliari e semiresidenziali;

- completare la programmazione delle offerte “modulari” residenziali in tutte le Zone attraverso un percorso di concertazione tra i soggetti istituzionali (S.d.S. o Articolazioni zonali delle Conferenze dei Sindaci) e i gestori;

- concludere entro il 2007 la sperimentazione della Del. 402/2004.

- avviare una breve e limitata sperimentazione sull’ampliamento dell’offerta assistenziale in previsione del Fondo per la non autosufficienza, da concludersi entro il giugno 2008

- aggiornamento e formazione permanente del personale 

medio-lungo termine:

- definizione delle nuove modalità per la valutazione della non autosufficienza

- Programma di formazione sulle nuove modalità valutative a tutti gli operatori dei servizi

- ricerca di criteri e approcci valutativi uniformi di fronte alle aree della disabilità e della non autosufficienza attraverso gli strumenti concettuali dell’ICF. 

Strumenti:

- atto deliberativo della GRT per approvare le nuove modalità ed i nuovi strumenti di valutazione della non autosufficienza

- linee guida per la gestione del Fondo per la non autosufficienza

- bozza di Patto istituzionale per la costituzione e la gestione del fondo da sottoscrivere da parte di tutti i soggetti istituzionali coinvolti

- regolamento attuativo per la gestione del Fondo per la non autosufficienza 

Risorse:

- risorse sociali e sanitarie ordinariamente destinate alla non autosufficienza;

- risorse determinate dalla spesa storica sanitaria e sociale oltre a quelle derivanti dalla nuova fiscalità aggiuntiva, dal momento della costituzione del Fondo per la non autosufficienza.

 

7.8. Sostegno all’autonomia delle persone con disabilità e la rete dei servizi integrati 

Nell’ambito delle finalità complessive per il sostegno della autonomia delle persone con disabilità le azioni e le strategie di riferimento sono in continuità con lo specifico Progetto Obiettivo del PSR 2002/2004. Le azioni devono essere tese a realizzare, sulla base di quanto stabilito dal Programma di azione del Governo per le politiche della disabilità, i seguenti principi: 

- principio della “non discriminazione”: qualsiasi tipo di diversità, portando con sé specifici valori, deve essere vista come un patrimonio culturale di cui la società deve essere messa in condizione di arricchirsi;

- principio della pari opportunità: solo eliminando l’ostacolo sociale, che impedisce la piena partecipazione alla vita collettiva, sarà possibile eliminare i limiti imposti dal la disabilità;

- principio delle maggiori gravità: tutte le azioni dovranno essere strategicamente rivolte a soddisfare le esigenze delle persone con “gravissime disabilità” e delle famiglie che le assistono;

- principio della concreta integrazione: i diritti umani e sociali, compressi dalle situazioni di disabilità, dovranno essere resi effettivamente esigibili. 

Affrontare il tema della disabilità significa avere presente la globalità della persona con diverse capacità funzionali al fine di valutarne complessivamente le condizioni di bisogno e di impostare un progetto di intervento che possa migliorarne la qualità della vita. Le politiche regionali tendono a recuperare una dimensione unitaria delle strategie di intervento verso la persona con disabilità, assicurando livelli efficaci di governo e di coordinamento territoriale, e articolando la gamma delle risposte sulla prevalenza delle caratteristiche riabilitative o socioassistenziali del piano di intervento (denominato PAP)Diventa così centrale la distinzione tra progetti di intervento che si prefiggono l’obiettivo di un recupero tangibile di capacità funzionali, con una logica quindi di riabilitazione, e progetti che affrontano l’area della cronicità, con logiche e finalità prevalentemente di lungo assistenza.L’orientamento del Piano integrato degli interventi sociali e sanitari è quello di individuare elementi di specificità dei singoli percorsi (assistenziale e riabilitativo) ed azioni comuni che qualifichino l’insieme della rete dei servizi nel settore della disabilità. Le politiche regionali nei confronti della persona disabile, dovranno potenziare le condizioni per rendere possibile l’inserimento ed il recupero sociale, perseguendo i principi della non-discriminazione, delle pari opportunità e della concreta integrazione sopra citati.La programmazione unitaria delle aziende unità sanitarie locali e dei comuni e/o delle S.d.S. (attraverso i Piani Integrati di Salute) con il contributo  prezioso e indispensabile dei cittadini con disabilità, dei familiari, del volontariato, promuoverà interventi per agevolare una piena integrazione sociale, scolastica, lavorativa e ambientale. Confermando l’obiettivo di finalizzare gli interventi al raggiungimento della massima autonomia ed integrazione della persona disabile nel contesto familiare e nella vita sociale, la Giunta si impegna nell’arco di validità del PISR 2007-2010 a monitorare le seguenti azioni integrate:

- strategie preventive per il mantenimento dell’autonomia e dell’autosufficienza residua unitamente all’eventuale recupero degli esiti invalidanti

- monitoraggio delle procedure di valutazione da parte dei nuclei distrettuali, dello stato funzionale delle persone con problemi di disabilità all’interno dei percorsi di presa in carico integrata (sociale e sanitaria

- orientamento e governo dei percorsi socio riabilitativo assistenziali finalizzati al recupero e mantenimento del disabile in forme appropriate

- possibilità, per le persone disabili, di accesso ai servizi previsti dal Fondo per la non autosufficienza

- sostegno alle iniziative per la piena accessibilità degli ambienti pubblici e privati (anche nello specifico della disabilità sensoriale).

 

7.8.1. I cittadini con disabilità in età evolutiva

Secondo l’organizzazione dei servizi, attualmente, alla disabilità in età evolutiva sono assicurate risposte globali ed integrate; che si basano sulla presa in carico dei soggetti da parte delle competenti strutture territoriali. Per loro è garantito un percorso assistenziale certo e continuativo a partire dagli interventi di riabilitazione, protesi ed ausili, sostegni scolastici ed extrascolastici, aiuto personale, tempo libero, gioco e attività motoria e vacanze estive. Ciò non toglie che vi siano ancora carenze da colmare in modo particolare per quanto riguarda il rapporto con il sistema scolastico. Linee di intervento:

- iniziative finalizzate a sensibilizzare gli attori istituzionali sulla necessità di migliorare e perfezionare le forme di collaborazione sperimentate negli ultimi anni, valorizzando gli aspetti positivi emersi durante le varie esperienze attivate sul territorio;

- iniziative che rendano la scuola punto di riferimento per la condivisione di attrezzature multimediali e/o specifiche per favorire l’integrazione degli alunni in situazione di disabilità;

- definizione di accordi per forme sperimentali di sostegno  scolastico in scuole pubbliche e private;

- definizione di accordi strutturali con i soggetti pubblici e privati che operano nel settore dell’orientamento e della formazione;

- messa in rete di esperienze di integrazione sperimentali ed innovative;

- iniziative per la tutela nel campo degli abusi e dei maltrattamenti di minori con disabilità;

- iniziative volte alla utilizzazione delle attività di sport per tutti, per la riappropriazione delle capacità personali nel rispetto dei limiti e dalle abilità individuali;

- estensione e potenziamento dei presidi territoriali per favorire l’accesso e la presa in carico dei minori disabili con particolari gravità associate a patologie progressive;

- potenziamento dei centri specialistici che supportino i percorsi assistenziali territoriali: costituzione e avvio di un primo nucleo specialistico interaziendale per i servizi rivolti alla persona ipo e non vedente con pluriminorazioni- orientamenti e indicazioni programmatiche per integrare i percorsi terapeutico-riabilitativi e quelli socio-assistenziali.

Obiettivi di periodo:

breve termine:

- completamento entro il 31/12/2007 delle esperienze avviate sulla domotica e l’attività motoria

- completamento, entro il 31/12/2007 del programma di formazione e di sperimentazione di un approccio classificatorio uniforme sul tema della disabilità tratto dall’ICF.

medio-lungo termine:

- linee guida per la definizione di parametri condivisi per i supporti didattici ed educativi verso l’alunno disabile

- estensione dei nuclei specialistici interaziendali per  ipo e non vedenti in tutte e tre le Aree vaste del territorio toscano.

Strumenti:

- Linee guida sulla domotica e la organizzazione di attività motorie mirate

- Linee guida per la valutazione della disabilità

- Programma regionale per i supporti verso l’alunno disabile

- Linee guida e ipotesi di modelli organizzativi integrati che ridefiniscano il processo assistenziale nella sua globalità e continuità, ridisegnando le sue caratteristiche fondamentali.

- Programma regionale  sulla integrazione dei modelli di accesso e presa in carico del minore disabile  

Risorse:

- fondo sociale

- fondo sanitario  

 

7.8.2. I cittadini con disabilità in età adulta 

Per le persone portatrici di disabilità in età adulta non si riscontra una sufficiente strutturazione dei servizi. Occorre riaffermare l’importanza di tutte le azioni tese a contrastare processi di esclusione o istituzionalizzazione, nonché di tutti gli interventi tesi a rimuovere gli ostacoli di ordine culturale, strutturale e materiale per il raggiungimento del più alto grado di autonomia, assicurando la presa in carico unitaria, globale, integrata e flessibile del soggetto con disabilità, garantendo un percorso d’integrazione. Il percorso d’integrazione, elaborato attraverso il PAP ed i vari piani individuali di volta in volta previsti, definisce i sostegni da attivare nelle diverse tappe di integrazione. Il percorso certo di integrazione si configura come un mezzo per dare sostegno concreto alle famiglie, per non determinare situazioni di svantaggio per tutti i membri delle stesse e per ridurre processi di sfiducia e rapporti conflittuali tra servizi e famiglie. Linee di intervento:

- sperimentare, in ambito zonale, progetti di uscita programmata dalla scuola dell’obbligo che, valutando le reali possibilità e potenzialità del soggetto ed utilizzando il PEP (Progetto educativo personalizzato), dovranno definire gli inserimenti successivi (prosecuzione degli studi, preformazione e formazione professionale, inserimento al lavoro, assistenza socio-educativa-riabilitativa personalizzata, centro diurno, etc..);

- implementare servizi di aiuto personale anche in forma indiretta;

- sperimentare progetti di Vita indipendente, sulla base delle indicazioni regionali riguardanti  la predisposizione di progetti di vita indipendente, in situazione di autonomia di vita o di convivenza familiare per persone con disabilità grave;

- favorire opportunità di inserimento e miglioramento dei livelli occupazionali dei lavoratori in situazione di disabilità, utilizzando gli strumenti già previsti dalla legge e dalla cooperazione sociale e garantendo il rispetto e la dignità delle persone disabili;

- sperimentare progetti per l’integrazione al lavoro di soggetti svantaggiati considerando che le persone occupabili necessitano di un intervento propedeutico e graduale all’acquisizione di competenze lavorative e che una attività di accompagnamento è necessaria anche successivamente all’assunzione;

- semplificare le procedure di accertamento dell’invalidità civile e della concessione delle provvidenze economiche;

- introdurre misure che incentivino anche il ruolo attivo del settore non profit;

- sperimentare  azioni tese ad assicurare un percorso efficace e snello per il conseguimento della patente di guida da parte del soggetto con disabilità;

- ricercare  modalità innovative per consentire alle persone con disabilità di aumentare la capacità di mobilità in autonomia. 

Obiettivi di periodo:

breve termine:

- completamento sperimentazione per lo sviluppo dei PEP

- condivisione con i soggetti pubblici coinvolti, della semplificazione delle procedure per l’accertamento della invalidità civile 

medio-lungo termine:

- applicazione Legge 80/2006 sull’accertamento unificato della disabilità

- completamento al 31/12/2008 della sperimentazione sulla “vita indipendente”

- ricerca del modello amministrativo giuridico più funzionale per il “dopo di noi” 

Strumenti:

- linee guida per la semplificazione delle procedure per l’accertamento dell’invalidità civile

- linee guida regionali per l’accertamento sanitario unificato della disabilità

- linee guida per il modello giuridico amministrativo per la gestione del “dopo di noi”

- linee guida sulla domotica e la organizzazione di attività motorie mirate

- linee guida e ipotesi di modelli organizzativi integrati che siano coerenti con le finalità ed i contenuti del programma regionale  sulla disabilità che  ridefiniscano il processo assistenziale nella sua globalità e continuità, ridisegnando le sue  caratteristiche fondamentali. 

Risorse:

- sociali e sanitarie

- apporti tecnico scientifici per la predisposizione delle linee guida  

 

7.8.3. Il “Sempre con noi” 

L’azione denominata “Dopo di noi” rappresenta un impegno preciso della Regione Toscana che intende affrontare le preoccupazioni e le angosce di genitori anziani per il futuro dei propri figli con disabilità. A tal proposito è prevista una specifica linea di intervento nell’ambito del programma di investimenti che individua finanziamenti espressamente dedicati.La linea di intervento ed il sistema dei servizi dovranno evolversi nella direzione di  produrre elementi di continuità e di  globalità che permettano di realizzare il concetto del “ sempre con noi”, quale tangibile risposta alla complessità dei problemi che le persone con disabilità vivono. 

Linee di intervento:

- istituire comunità alloggio e case famiglia per cittadini con disabilità e senza nucleo familiare cercando di ricostruire l’atmosfera familiare

- progettare e sperimentare un sistema di vita extra familiare, individuato come idoneo non solo come risposta ai bisogni assistenziali, ma anche come risposta ai bisogni esistenziali del singolo soggetto non autosufficiente

- sostenere esperienze di fondazioni di partecipazione costituite da soggetti pubblici e privati che integrino le risposte territoriali e garantiscano le risorse patrimoniali rese disponibili, nel rispetto della normativa e degli indirizzi che la regione si impegna ad emanare, con particolar riferimento alla trasparenza ed alla garanzia dei controlli.

 

7.8.4. Mobilità e trasporti 

Le azioni, gli interventi, i progetti per le politiche per la mobilità ed accessibilità, ricompresi nell’ambito dei Piani di zona, hanno portato risultati positivi. Ciò incoraggia a promuovere nuove e concrete azioni per rendere lo spazio costruito, ed i sistemi di trasporto in generale, realmente vivibili da gran parte dei cittadini. 

Misure:

- monitoraggio di progetti specifici di mobilità elaborati dai comuni con più di 80.000 abitanti e comunque i comuni che ricadono in un’area metropolitana;

- iniziative volte alla verifica delle normative vigenti e della loro attuazione;

- estensione di modalità innovative atte a consentire alle persone con disabilità di muoversi liberamente sul territorio, già sperimentate positivamente;

- sperimentazione di azioni tese ad assicurare un percorso efficace e snello per il conseguimento della patente di guida da parte del soggetto con disabilità;

- implementazione del parco macchine multiadattate, utilizzabili non solo per l’effettuazione di scuola guida ma anche come “macchine di cortesia” sostitutive di autovetture, in manutenzione o riparazione, di proprietà o possesso del soggetto portatore;

- sperimentazione di azioni tese ad assicurare la disponibilità di vetture multiadattate per uso turistico. 

 

7.9. Barriere: architettoniche, di comunicazione e sensoriali 

L’eliminazione delle barriere architettoniche garantisce la fruibilità in sicurezza degli spazi, dei servizi, ecc. (nel lavoro e nel tempo libero) con l’obiettivo di una reale autonomia personale di tutti i cittadini toscani anche favorendo soluzioni per l’autonomia domestica (domotica sociale diffusa).

Piena applicazione dovrà essere data alla previsione della legislazione regionale sulle barriere architettoniche, recentemente aggiornata, in particolare per l’adeguamento della normativa urbanistica ed edilizia locale, l’approvazione dei piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche (PEBA), il coinvolgimento delle Associazioni di tutela delle persone con handicap più rappresentative operanti sul territorio per la verifica dei risultati degli interventi realizzati. 

I finanziamenti volti a contribuire all’eliminazione delle barriere architettoniche di uso pubblico sono vincolati, come già indicato nell’Accordo di programma “Piano Investimenti nel Settore Sociale” approvato con DPGR n. 74 del 30 maggio 2006, all'attuazione dei programmi comunali di intervento per l'eliminazione delle barriere architettoniche (di cui all'art. 9 della L. R. 47/91) unitamente alle iniziative che i Comuni devono intraprendere (in attuazione dell’art 5 della L. R. 47/91) per l’adeguamento della normativa urbanistica ed edilizia, al fine di garantire la piena fruibilità degli spazi in ogni edificio oggetto di intervento per il quale è richiesta l’autorizzazione comunale. 

Con l’aggiornamento del PISR ogni anno viene inserita la ripartizione dei finanziamenti relativi all’abbattimento delle barriere architettoniche nelle civili abitazioni, ai sensi dell’art. 4 c. 2 della L.R. 47/91 modificata dalla L.R. 66/03 e ai sensi del Regolamento di attuazione emanato in data 3/1/2005 con D.P.G.R. n. 11/R, per le domande presentate nell’anno precedente, per l’importo appositamente previsto nella legge finanziaria regionale. 

L’introduzione di tecnologie applicate alla mobilità e alla fruibilità, sia in ambito pubblico che privato, parte proprio dagli strumenti informativi e di comunicazione capaci di arrivare a dialogare con persone colpite da diverse disabilità fisiche, sensoriali e percettive, in merito al disbrigo degli adempimenti quotidiani in sicurezza e autonomia. Infatti la mancanza di accorgimenti e segnalazioni che permettono l’orientamento e la riconoscibilità dei luoghi e delle fonti di pericolo per chiunque e in particolare per i non vedenti, per gli ipovedenti e per i sordi.

I punti di riferimento sono informazioni ambientali discrete di ogni tipo (visivo, tattile, acustico, vestibolare, cinestetico, olfattivo) facile da recepire e sempre presenti, in cui il disabile conosce la posizione e il significato. Pertanto, particolare attenzione deve essere posta alla comunicatività ambientale, intesa come strategia progettuale per mitigare i conflitti sensoriali uomo-ambiente (gradualità informativa, semplicità informativa, percepibilità, convergenza degli effetti, leggibilità del segnale) in conformità con la normativa vigente, tenendo presente gli indicatori sensoriali (tattili, visivi e acustici). 

La Regione sostiene quelle sperimentazioni, con Enti Locali e Università, volte a individuare metodologie, tecniche costruttive e creazione di manufatti che in modo strutturale favoriscano la fruibilità degli spazi ricercando con particolare attenzione le progettualità sovracomunali e sovrazonali. Per la piena autonomia individuale dei non vedenti ed ipovedenti la Regione promuoverà azioni di sensibilizzazione degli operatori pubblici affinché la comunicazione istituzionale diretta alle famiglie venga realizzata anche in braille o in forma ingrandita, per quelle famiglie ove sia presente un disabile. 

Obiettivi di periodo:

breve termine:

- contrastare la costruzione di nuove barriere architettoniche nelle civili abitazioni;

- soddisfare annualmente le richieste di contributo per l’eliminazione delle barriere architettoniche nelle civili abitazioni;

- sostenere gli interventi di progettazione e di realizzazione di tecnologie della domotica nelle abitazioni- aumentare l’accessibilità, la fruibilità , la sicurezza ed il confort dell’ambiente urbano e più in generale dello spazio costruito; 

medio – lungo termine:

- realizzare la piena applicazione del Piano per l’Eliminazione delle Barriere architettoniche da parte degli Enti Locali;

- adeguare gli strumenti normativi alle proposte progettuali che derivano dall’innovazione tecnologica. 

Strumenti:

- emanazione di linee guida per la costruzione dei Piani per l’eliminazione delle Barriere Architettoniche;

- seminari di aggiornamento per il personale tecnico degli uffici tecnici degli Enti Pubblici; 

Risorse:

- sociali

- apporti tecnico scientifici per la predisposizione delle linee guida e per i seminari di aggiornamento. 

 

7.10. I servizi per la disabilità visiva 

La presenza in Toscana della Scuola Nazionale Cani Guida per Ciechi e la Stamperia Braille, hanno favorito una particolare attenzione verso la disabilità visiva facendo diventare la Regione Toscana un punto di riferimento nazionale per i servizi a questi disabili.

La crescita della domanda individuale di documenti tradotti in braille e quella che comincia a provenire da Aziende alla Stamperia Braille (per una immagine etica da usare per finalità commerciali) richiedono investimenti sulla tecnologia e sulla qualificazione degli operatori addetti. Tali servizi che hanno comunque una forte valenza sociale, presentano anche una componente economica che può consentire uno sviluppo autosufficiente delle attività ove si possa dare maggior autonomia gestionale a tale struttura.

Anche sulla Scuola saranno effettuati investimenti per migliorare la qualità del Cane Guida considerato come uno straordinario e insostituibile ausilio per la mobilità individuale dei non vedenti. La funzione nazionale del servizio svolto dalla Regione Toscana dovrà trovare un riconoscimento in ambito nazionale e da parte delle altre Regioni affinché i requisiti di qualità, previsti dal disciplinare di formazione interno alla Scuola, diventino uno standard di riferimento anche per le diverse scuole private esistenti sul territorio italiano.

La definizione di standard di addestramento aprirà la strada al riconoscimento del cane-guida come ausilio, permettendo anche un recupero significativo degli oneri della Scuola, oggi tutti a carico del bilancio regionale.

Il patrimonio culturale e professionale degli operatori della Scuola permetterà anche di allargare il campo di utilizzazione del cane addestrato ad altre finalità sociali. La Regione promuoverà sperimentazioni di pet-theraphy con Istituti scientifici ed aziende sanitarie toscane e saranno sperimentate forme di utilizzazione di cani addestrati per sostegno ed ausilio a persone con disabilità motoria e per compagnia a persone anziane autosufficienti.

La forte componente gestionale di questa attività come, per la Stamperia Braille, richiederà l’individuazione di forme gestionali efficienti anche a parziale autofinanziamento.

Il livello di qualità dei servizi erogati consentirà alla Regione Toscana di candidarsi a collaborazioni internazionali, per la promozione di una cultura di accessibilità e per la creazione di scuole di addestramento a controllo pubblico.

 

 

torna indietro

torna al menu principale

 

Ricerca nel sito